A pochi chilometri da Parma, nella Villa dei Capolavori, la Fondazione Magnani-Rocca ospita la mostra "Bruno Munari. Tutto", dedicata a una delle figure più iconiche del design e della comunicazione visiva del XX secolo. Curata da Marco Meneguzzo, sarà visitabile fino al 30 giugno offrendo una panoramica dinamica e colorata del suo universo creativo, spaziando dall'arte al design, dalla grafica alla pedagogia nel corso di 70 anni restituiti attraverso 250 opere.
Munari (Milano, 1907-1998), che iniziò a sperimentare nei primi anni del Secondo Futurismo intorno al 1927, è presentato attraverso le dimensioni di un'attività che lo ha portato a unire nel suo lavoro molte discipline.
Aderisce al Movimento futurista milanese di seconda generazione avviando una poliedrica attività nel campo della pittura, design, sperimentazione didattica e cinetica, grafica, pubblicità, fotografia. Nel 1948 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta), con Gianni Monnet, Gillo Dorfles e Atanasio Soldati. Numerose sono le sue esposizioni personali: nel 1949, alla Libreria Salto di Milano, presenta le "Macchine inutili" e, nel 1950," Libri illeggibili"; nel 1951, alla Saletta dell'Elicottero a Milano, espone la "Collezione di oggetti trovati"; nel 1952, alla Galleria Bergamini di Milano, sono in mostra i suoi "Quadri quadrati plastici". Partecipa anche a numerose collettive: come quella, nel 1952, alla Saletta dell'Elicottero con "Materie plastiche in forme concrete" con opere in celluloide, plexiglas e laminati plastici. Nell'aprile del 1954 lavora, con Dorfles, alla mostra "Colore per le carrozzerie di auto" che si tiene al Salone dell'Automobile di Torino. Munari risulta, lo stesso anno, tra i componenti del Groupe ESPACE italiano. Nel corso della sua esperienza assumono rilievo internazionale la sua produzione di design e i suoi studi sull'identificazione di arte, gioco ed apprendimento creativo, nel rispetto dell'intelligenza del bambino. Munari è stato il creativo grafico dimolte testate: nel 1939 per Mondadori è direttore artistico di Grazia e Il Tempo, e dal 1950 sarà grafico per il neonato Epoca; tra 1943 e 1944 è direttore creativo di Domus.
