Gli architetti lombardi per l’Ucraina
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La denuncia e la condanna alla guerra passano anche attraverso la denuncia dei danni al patrimonio e al territorio (da https://docomomo.com/ukraine-modern-heritage/)

Questa guerra è una follia. Era così anche nell’antichità. Ma noi siamo riusciti, attraverso un percorso lungo, con l’educazione, l’insegnamento, la bellezza, a costruire vie di salvezza. La cultura è il miglior antidoto contro la tirannia, perché porta al rispetto dell’altro e alla libertà di pensiero” A. Angela

Il conflitto in Ucraina continua a colpire e uccidere le persone e distruggere città, patrimonio storico e architettonico e territori. Ha creato un numero di sfollati che, secondo le stime dell’UNHCR, l’alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, hanno quasi raggiunto i 1,5 milioni di persone solo all’interno dei confini ucraini.
La condanna del mondo è stata immediata e pressoché unanime, proveniente anche da parte delle istituzioni più rappresentative del mondo degli architetti, a tutti i livelli. Al vertice, l’UIA, Unione Internazionale degli Architetti, è intervenuto tramite le parole del presidente José Luis Cortés contro l’invasione di una nazione sovrana, parlando in rappresentanza di 3,5 milioni di architetti di 115 paesi al mondo. In Europa, continente colpito dal conflitto, l’Architect’s Council of Europe (ACE), ha dato direttive concrete sulle possibili azioni da intraprendere per il supporto e l’aiuto (vedi allegato). In Italia, il Consiglio nazionale degli architetti PPC sta definendo un proprio programma di interventi, che si muoveranno nel solco di quelli tracciati dal ACE, condivisi dal Cnappc.

In Lombardia, disponibilità all’accoglienza, incontri, raccolte fondi e supporto ai bambini
Anche il mondo degli architetti lombardi non è rimasto immobile e ha avviato alcune azioni concrete nelle province di Como, Lecco, Milano e Monza e Brianza.

Como: un osservatorio e spazi e attrezzature per il lavoro
L’Ordine ha intrapreso insieme alle rappresentanze dei tecnici provinciali (ingegneri, geometri e periti) e alla Prefettura un percorso di messa a disposizione ai profughi dell’area tecnica di spazi e attrezzature per lo svolgimento dell’attività professionale presso le sue sedi. Sta contestualmente attivando un osservatorio per la ricerca disponibilità di impiego presso studi professionali italiani di chi ne facesse richiesta.

Lecco: accoglienza e collaborazione per studio e lavoro
Il Consiglio dell’Ordine ha scelto di offrire una possibilità concreta ai colleghi architetti e agli studenti di Architettura, volutamente demandando ad altre istituzioni e organizzazioni più competenti la cura dei profughi sotto gli altri aspetti.
Il 16 marzo è stata così inviata agli iscritti una comunicazione del presidente che richiedeva sia la disponibilità ad offrire opportunità di lavoro che ad ospitare presso colleghi e studenti bisognosi di luoghi e strumenti per esercitare la professione o proseguire gli studi. Il tramite tra offerta, domanda e anche gli eventuali enti competenti è la segreteria dell’Ordine.
La richiesta ha ricevuto riscontri immediati: la disponibilità di due studi ad offrire gratuitamente una postazione di lavoro presso le loro sedi e l’esplicita richiesta da parte di uno studio basato a Lviv di valutare l’attivazione di collaborazioni estere e a distanza per supportare la sua attività.

Milano: accoglienza per lavoro e una serata di approfondimento e raccolta fondi
Alcuni iscritti hanno spontaneamente contattato l’Ordine per comunicare la disponibilità ad accogliere presso i propri studi professionali i colleghi. Dopo contatti con il Comune di Milano e associazioni come WeWorld, Actionaid, Progetto Arca finalizzati alla migliore comprensione della situazione e della richiesta di una tale attività, l’Ordine ha deciso di avviare una prima attività esplorativa che, se positiva nei risultati, porterà a un appello che verrà esteso a tutti gli iscritti. I passi intrapresi sono il contatto diretto con i colleghi che si sono resi disponibili come ospitanti per definire al meglio esperienza, aspettative e l’eventuale supporto necessario. I successivi in programma sono la richiesta a sottoscrivere un impegno con l’Ordine a garantire un compenso minimo, da definire, e una durata minima di permanenza e la comunicazione ufficiale delle disponibilità effettive ai comuni dell’area metropolitana e ad alcune realtà del terzo settore con apertura a riscontri e spunti. Necessario sarà da parte dell’Ordine, supportato da un consulente del lavoro, il punto sulla gestione dei permessi di soggiorno e delle collaborazioni con cittadini non comunitari.
In parallelo l’Ordine sta organizzando una serata di approfondimento con raccolta fondi, a cui invitare chi occupa di architettura e cooperazione (come Architectes sans frontières) e operatori attivi nell’accoglienza sia sul territorio milanese che nelle aree di confine con l’Ucraina.
Le attività avviate sono coordinate dal consigliere architetto Bianca Miglietta.

Monza e Brianza: un aiuto ai bambini
Nell’ambito del programma di interventi suggerito dal Cnappc, ha promosso un’azione immediata di solidarietà in favore dei bambini ucraini, in collaborazione con contatti sul posto che coordinano attività di accoglienza lungo il confine con l’Ucraina e alcune partnership con aziende e associazioni.
L’Ordine ha deciso di fornire assistenza diretta, mediante la fornitura di 5.000 pannolini e prodotti per l’igiene dell’infanzia, 180 tute felpate e intimo termico per bambini e 40 sacchi a pelo. La Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC di Monza e Brianza ha messo a disposizione risorse economiche corrispondenti a poco più di 1 euro ad iscritto, rese più efficaci grazie alle condizioni favorevoli concordate con i fornitori. Tutte le attività di ritiro delle merci, assemblaggio dei bancali e verifica della spedizione sono stati effettuati direttamente dai consiglieri dell’Ordine.

04 Aprile 2022

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