Due mostre su Giovanni Chiaramonte
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Giovanni Chiaramonte, Corpus Christi, Texas, 1991 © Archivi Giovanni Chiaramonte

A un anno dalla scomparsa di Giovanni Chiaramonte (Varese 1948 - Milano 2023), due mostre in chiusura il 9 febbraio ne celebrano l’eredità artistica: la prima a Parma, presso l’APE Parma Museo, e la seconda a Milano, al Museo Diocesano. Entrambe offrono un’ampia panoramica sulla carriera del fotografo, affiancate da una monografia pubblicata da Electa che ne ripercorre l’intera opera.

Parma: “Giovanni Chiaramonte. Fotografia come misura del mondo”
È la prima grande retrospettiva dedicata al fotografo, curata da Arturo Carlo Quintavalle, critico e storico della fotografia. Presenta circa 400 opere, tra immagini provenienti dal Fondo Chiaramonte conservato presso lo CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma) e lavori donati alla Fondazione Monteparma. Traccia l’evoluzione dell’artista, dai primi progetti siciliani degli anni settanta (Ultima Sicilia, Giardini in Sicilia), passando per opere più sperimentali, fino alle celebri esplorazioni del paesaggio italiano ed europeo (Paesaggio Italiano, Viaggio in Italia, Terra del ritorno). Ogni sezione evidenzia la capacità di Chiaramonte di cogliere il paesaggio come luogo di profonda umanità e racconto simbolico.

Milano: “Realismo Infinito”
Curata da Corrado Benigni, presenta 40 fotografie tratte dall’omonimo libro del 2022, in cui Chiaramonte ridefinisce poeticamente il paesaggio, rendendolo un simbolo universale e personale. Le immagini, realizzate tra il 1980 e gli anni 2000, raccontano un viaggio nei luoghi cardine della civiltà occidentale: da Atene a Roma, da Berlino a Gerusalemme, fino agli Stati Uniti. L’opera è un invito a interpretare il paesaggio come una dimensione senza confini, ricca di significati.

Giovanni Chiaramonte è stato una figura centrale della fotografia contemporanea. Fotografo, editore, docente e pensatore critico, ha fondato insieme a Luigi Ghirri la casa editrice Punto e Virgola, contribuendo alla diffusione della cultura fotografica in Italia. Ha sviluppato un linguaggio unico, capace di coniugare rigore formale e profonda umanità. Attraverso le sue immagini, ha raccontato il paesaggio come luogo di simboli e narrazione, lasciando un’eredità artistica che continua a ispirare.

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