Il volume raccoglie e pubblica integralmente un album di disegni inediti realizzati nel 1925 dall’architetto comasco, progettista di interventi celebrati come il complesso Novocomum, la Casa del Fascio e l’Asilo Sant’Elia a Como.
Il documento apre una finestra su architetture, arredi storici, opere d’arte, reperti archeologici e oggetti etnografici, tra Bologna, Firenze e Roma, gettando una nuova luce sulla formazione e sulle molteplici fonti di ispirazione dell'architetto. Tre saggi critici precedono la riproduzione dell'album, inquadrando altrettanti filoni tematici che attraversano le riflessioni grafiche di Giuseppe Terragni tra architettura, design e riferimenti culturali allargati.
Laureato nel 1926 alla scuola superiore di architettura del Politecnico di Milano, Giuseppe Terragni (1904-43) è l’ultimo di tre figli di un capomastro affermatosi come impresario edile. Dopo la laurea apre insieme al fratello Attilio e all’amico Luigi Zuccoli uno studio con cui segue i progetti di opere pubbliche e private diventando una delle anime più importanti degli sviluppi del razionalismo italiano e della diffusione del linguaggio moderno in architettura.
Nel 1926, ispirato dalle rivoluzionarie teorie di Le Corbusier veicolate anche in Italia, dà vita al Gruppo 7 insieme a Ubaldo Castagnoli (poi sostituito da Adalberto Libera), Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Gino Pollini e Carlo Enrico Rava. Il motto è “bisogna portare l’Europa in Italia e l’Italia in Europa”, sviluppato e diffuso attraverso la rivista “Rassegna Italiana” e ispirato dalle opere di architetti come Peter Behrens, Ludwig Mies Van Der Rohe, Walter Gropius.
Grazie alla presenza alla Triennale di Monza del 1927, il Gruppo 7 viene chiamato a rappresentare l’Italia al Werkbund di Stoccarda, che precede di poco la Prima Mostra Italiana di Architettura Razionale inaugurata nel 1928 al Palazzo delle Esposizioni di Roma: qui viene presentato il Novocomum, nuova idea di casa funzionale che dà corpo alle teorie.
Nel 1930 nasce il MIAR, il Movimento Italiano per l’Architettura Razionale, le cui istanze sono accolte dal fascismo a cui Terragni aderisce nel 1926. Tra 1932 e 1936 realizza a Como il suo edificio più importante, la Casa del Fascio in cui la modernità prende le forme dei volumi puri, dell’evidenza del telaio strutturale, del colore e della trasparenza. Gli anni trenta lo vedono aprire uno studio a Milano insieme a Pietro Lingeri, con cui realizza case da reddito, ville e l’Asilo Sant’Elia a Como, e co-fondare la rivista “Quadrante” (1933).
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale arresta progetti e ascesa, lasciando sulla carta importanti progetti milanesi (la Nuova Fiera e la nuova sede dell’Accademia di Brera) e romani (il Palazzo del Littorio, il Palazzo dei ricevimenti e dei congressi all’E42 e il Danteum). Chiamato alle armi nel 1939, muore nel 1943.