“ANDREA BRANZI. L’architettura appartiene al teatro” a Milano
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È aperta fino al 30 novembre presso la galleria milanese Antonia Jannone Disegni di Architettura una mostra che espone l’omonima serie di disegni realizzati negli anni Duemila dall’architetto di origine fiorentina ma milanese di adozione appena scomparso. La selezione comprende le scenografie di Casanova (2000) e Barbablu (2002), le sculture dei Buratti (2019-20), i disegni delle Filastrocche (2020) e le interpretazioni della collezione Maschere (2022-23), la serie inedita di disegni Torre Velasca (2023), ispirata all’architettura moderna milanese.

Ad accompagnare l’esposizione, Archetipi, che raccoglie i modelli teorici mentali che anticipano la creazione materiale e che fanno parte di quel patrimonio antropologico non evidente che giace nel nostro inconscio. In architettura, questi possono essere ricondotti alle strutture primarie la cui funzione non è definita in rapporto all’abitare, ma al costruire.

Nella visione di Branzi: “oggi l’architettura civile vive una crisi di credibilità, nel senso che il suo rapporto con la società si è progressivamente logorato; a sua volta, la società vive una profonda crisi e non è più in grado di fornire quadri di valori al progetto.” Così gli archetipi possono svolgere la funzione essenziale di repertorio da inventare nuovamente.

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