La fine del 2024 vede tre mostre di interesse per gli architetti aperte al MAXXI di Roma.
“Architettura instabile”
È aperta fino al 16 marzo “Architettura instabile”, mostra curata e allestita da Diller Scofidio + Renfro che indaga il movimento come proprietà interna dell’architettura affiancando le opere dello studio newyorkese, che in 40 anni ha spesso ragionato sul movimento, contaminando architettura e altre discipline, a 26 progetti di diversi autori.
La mostra è suddivisa in quattro sezioni che declinano l’architettura “instabile” in diverse chiavi: adattiva, mobile, azionabile ed ecodinamica. Esposti sono, tra l’altro, la distrutta Nagakin Tower di Kisho Kurokawa, l’ufficio ginfiabile di Hans Hollein, la Makoko Floating School di NLÉ/Kunlé Adeyemi, la Maison à Bordeaux di Oma e anche la piccola Villa Girasole, progetta da Angelo Invernizzi a Marcellise (Verona). Realizzati da Diller Scofidio + Renfro sono invece, tra gli altri, Kinney House, The Slow House, l’Institute of Contemporary Art, The Blur Building e The Shed.
La Torre Velasca dei BBPR
Il Centro Archivi MAXXI Architettura e Design contemporaneo cura, con la consulenza scientifica di Maria Vittoria Capitanucci e Tullia Iori, “La Torre Velasca dei BBPR”, che racconta, attraverso materiali d’archivio e fotografie storiche, la storia del primo grattacielo all’italiana, divenuto icona e simbolo del miracolo economico, tassello nel quadro della ricostruzione del centro storico della città negli anni del secondo dopoguerra.
“Italia in movimento. Autostrade e futuro”
“Italia in movimento. Autostrade e futuro” è curata da Pippo Ciorra con Angela Parente nell’anno del centenario di costruzione della prima autostrada italiana. È realizzata in collaborazione con la società Autostrade per l’Italia, presentando progetti storici e cantieri in corso di realizzazione. Un racconto attraverso foto d’epoca, foto d’autore e i nuovi scatti commissionati a Iwan Baan ricostruisce gli avvenimenti principali di una storia importante: dall’eroismo della prima metà del secolo scorso, all’accelerazione produttiva e ipermoderna della seconda metà del novecento fino all’innovazione tecnologica in funzione di efficienza e sostenibilità dello scenario attuale e ancora di più del futuro. È aperta fino al 2 febbraio nella galleria 3.