Sabato 19 gennaio una cerimonia lunga un giorno con appuntamenti in tutta la città ha aperto ufficialmente l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Matera è la seconda città italiana a rivestire questo ruolo (la prima fu Genova nel 2004), che porterà avanti con un fitto programma di eventi e appuntamenti gestiti da Fondazione Matera-Basilicata 2019 e modulati sul tema scelto per celebrare la cultura in tutte le sue forme: “Open Future”.
5 sono i temi del programma (Futuro remoto, Continuità e rotture, Riflessioni e connessioni, Utopie e distopie, Radici e percorsi), 2 i progetti pilastro (“I-DEA - Istituto Demo-Etno-Antropologico”, l’archivio degli archivi, e “Open Design School”, laboratorio internazionale al servizio della comunità e della scena creativa) e 4 le grandi mostre (“Ars excavandi”, dal 20 gennaio al 31 luglio; “Rinascimento visto da Sud”, dal 18 aprile al 19 agosto; “La poetica dei numeri primi”, dal 21 giugno al 31 ottobre; “Il paradosso dell’Antropocene”, dal 6 settembre al 6 gennaio 2020).
Anche l’architettura trova un posto all’interno del programma che per 48 settimane animerà a città.
Curato da Joseph Grima, “Open Design School” è uno dei progetti portanti di Matera Capitale della Cultura: è un laboratorio internazionale con sede nel Casino Padula (Rione Le Piane) attraverso cui si realizzeranno gli allestimenti delle iniziative previste nel corso dell’anno e che ad agosto vedrà anche un Summer Camp internazionale.
Matera e i suoi Sassi vennero definiti da Palmiro Togliatti nel 1959 “vergogna nazionale” e sono oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco. Diventano il modello positivo di un ribaltamento culturale che il format “Architettura della Vergogna” si propone di analizzare rispondendo a una domanda (Qual è la distanza tra la vergogna e l’orgoglio?) attraverso una mostra workshop dedicati, dialoghi e interventi nello spazio pubblico. I risultato saranno raccolti nella pubblicazione di un Atlante della Vergogna e di una piattaforma online dedicata.
Mentre architetti e artisti tra cui Yona Friedman, Francia + Gianpiero Frassinelli (Superstudio) e Ferenc Grof (del collettivo Societe Realiste) realizzeranno sette padiglioni dentro un sistema di sette cisterne abbandonate, "Lumen Social Light" già illumina Matera con le sue architetture di luce ispirate alle luminarie del Sud disegnate da Giovanna Bellini.