Si chiude il 7 novembre la piccola ma importante mostra che, alla Triennale di Milano, celebra un grande evento: “Carlo Mollino. Allusioni iperformali”.
Curata da Marco Sammicheli, espone per la prima volta grande parte dell’arredo che l’architetto torinese, progettista di arredi oggi ricercatissimi, ha disegnato tra 1942 e 1944 per la casa torinese dell’ingegnere Paolo Albonico. In mostra, al primo piano del palazzo della Triennale, sono un divano e due poltrone, un tavolo da pranzo e quattro sedie, una consolle e un mobile da soggiorno, esposti all’interno di un elegante allestimento dagli immersivi toni scuri curato da studio Bunker. L’esposizione dei mobili è corredata dei disegni d’archivio originali dell’arredo dati in prestito dal fondo Carlo Mollino, custodito dal Politecnico di Torino.
L’occasione celebra un’acquisizione estremamente importante da parte dello stato italiano. Per la prima volta un set di arredi di Carlo Mollino, scambiati nel mercato antiquario per cifre che ormai hanno superato i 6 milioni di dollari, è diventato proprietà pubblica e, dato in comodato alla Triennale, sarà liberamente visibile da parte del pubblico, dopo l’accurato restauro a cui tutti i pezzi saranno sottoposti.
La mostra è stata accompagnata da una serie di talk e incontri parte del public program che ha accompagnato la mostra, l’ultimo dei quali è previsto mercoledì 3 novembre a partire dalle ore 18:30, incentrato proprio sulla storia dell’arredo e sulle vicende di un fortunato recupero.
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