Il 2020 ha segnato i 50 anni dalla realizzazione della Concattedrale di Taranto da parte di Gio Ponti. L’arrivo della pandemia ha spostato le celebrazioni che sono slittate al 2021. “Gio Ponti e la Concattedrale di Taranto 1970-2020. Il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni” apre così il 16 giugno al MUDI - Museo Diocesano di Taranto per chiudersi il 26 settembre, curata da Fernando Errico, Gabriele Rossi, Francesco Simone con Maria Piccarreta, promossa da Ministero della Cultura - Direzione Generale Creatività Contemporanea e organizzata da Arcidiocesi Metropolitana di Taranto, Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce e DICAR del Politecnico di Bari.
Consacrata nel 1970, è il frutto di un incarico conferito dal committente Guglielmo Mottolese arcivescovo di Taranto e padre conciliare alla ricerca di una testimonianza del processo di riforma che stava interessando la Chiesa. Questa commessa è uno degli ultimi incarichi nella lunga carriera dell’architetto milanese, che scomparirà nove anni più tardi e accetta dopo il declino di Pier Luigi Nervi.
In mostra sono le quattro versioni del progetto prodotte da Ponti e il racconto dello sviluppo del progetto attraverso il rapporto epistolare tra progettista e committente durante i 7 anni di gestazione.