L’arrivo del Coronavirus in Italia ha costretto moltissimi eventi, fiere e manifestazioni all’annullamento. La Biennale di architettura di Venezia non è stata un’eccezione a questa regola. La mostra di architettura, che come ormai di consueto da qualche anno avrebbe dovuto essere aperta dalla fine di maggio all’inizio di novembre è stata infatti spostata al 2021, quando sarà aperta dal 22 maggio al 21 novembre.
In questo 2020 la ricorrenza dei 125 anni dalla fondazione della Fondazione è così diventata l’occasione per la mostra “Le muse inquiete. La Biennale di Venezia di fronte alla storia”. Aperta al padiglione centrale dei Giardini della Biennale fino all’8 dicembre, è allestita da studio Formafantasma e curata dai direttori dei sei settori artistici della biennale: Cecilia Alemani (Arte), Alberto Barbera (Cinema), Marie Chouinard (Danza), Ivan Fedele (Musica), Antonio Latella (Teatro), Hashim Sarkis (Architettura).
In mostra sono materiali provenienti dagli archivi dell’Archivio storico della Biennale arricchiti da filmati, opere e documenti custoditi, tra l’altro, alla Galleria Nazionale Arte Moderna di Roma, la Tate Modern London e l’Istituto Luce-Cinecittà e Rai Teche.
La mostra percorre un itinerario che attraversa le sei discipline: dagli anni del Fascismo (1928-1945) alla guerra fredda e ai nuovi ordini mondiali (1948-1964), dal 1968 alle biennali di Carlo Ripa di Meana (1974-78), dal Postmoderno alla prima Biennale di Architettura fino agli anni novanta e l’inizio della globalizzazione.
Per maggiori informazioni » labiennale.org/it/news/le-muse-inquiete-una-mostra-al-padiglione-centrale